Saturday, September 15, 2007

Boston by night!


E' bastato un giro a Boston ed è passato lo stress della giornata!
Qui le giornate al lavoro sono molto lunghe e a volte veramente stressanti. La componente più stressante rimane l'inglese. Gli Americani parlano un inglese tutto loro, con una pronuncia che ha dell'incomprensibile e poi si tratta di vita vissuta, quindi la velocità con cui parlano è naturalmente maggiore alla velocità con cui si rivolgerebbero a noi direttamente. Poi i ragazzi si scambiano battute e racconti, che spesso vogliono che noi non capiamo, così ci sentiamo ancora più a disagio.
L'altro giorno è stato uno dei tanti giorni stressanti. Quindi alle 6 di sera abbiamo deciso di avventurarci a Boston in macchina. Fino ad ora siamo stati a Boston due volte, una in treno e l'altra in metropolitana. In macchina in molti ce l'hanno sconsigliata: uno dei problemi è il parcheggio, spesso costoso o impossibile da trovare; l'altro problema il traffico. Bhe sarà che era giovedì sera, sarà che siamo stati fortunati, ma non abbiamo trovato traffico e abbiamo parcheggiato senza grandi difficoltà.
Entrare in città con il buio è un'esperienza senza fiato!
In lontananza si vedono i grattacieli. Poi passare con la nostra piccola macchinina (comunque una station vagon della Hunday) tra questi alti palazzoni, bhe la sensazione è stata quasi quella di rimanerne scacchiacciati!!
Una volta parcheggiato (in China Town) abbiamo percorso alcune vie del centro, che già conosciamo, per raggiungere il Fenuell, la zona più centrale della città con ristoranti e locali. Camminando per le vie, con pochissima gente per strada, abbiamo incrociato magnifiche hall di grandi grattacieli, tutte illuminate, con marmi rossi. Si tratta per lo più di banche o centri finanziari. La sensazione è che di soldi ce ne siano, veramente tanti!
Cenetta con pesce, patatine fritte e musica di un suonatore di strada!
Dovevamo continuamente ripeterci dove eravamo, la sensazione era di vivere un sogno!

Nella foto Boston verso il tramonto.

Tuesday, September 11, 2007

11 settembre in America...


Molti mi chiedono di parlare dell'America dal punto di vista politico. Bhe non e' facile anche perche' non e' la prima cosa che balza all'occhio. Sembra quasi che Bush sia piu' presente nel resto del mondo piu' che negli Stati Uniti! Prendete queste considerazioni con le pinze pero': sono qui da poco piu' di un mese, ma sono comunque le mie impressioni. Sembra che la presenza piu' forte dello stato sia quella locale piu' che quella federale. Per dire anche la polizia (se ne vede davvero tanta) e' locale. Non abbiamo ancora visto quella federale. Gli americani che abbiamo conosciuto fino ad ora dimostrano di essere molto legati al loro stato di appartenenza, che spesso identificano tra l'altro con una squadra di baseball o football.
L'America e' comunque ben rappresentata dalle bandiere ovunque esposte. Gli americani sono molto legati alla loro bandiera. Molte sono le case che ne hanno una o piu' di una in giardino e/o sulla porta d'entrata. In classe mia l'insegnante ne ha voluto esporre una molto grande, nelle altre classi e' presente a dimensioni ridotte, ma comunque presente.
Noi lavoriamo in una scuola speciale, quindi si tratta di un ambiente sensibile all'educazione, alla solidarieta' percio' abbiamo sentito proferire da alcuni insegnanti non molta approvazione nei conforonti di Bush. Poi c'e' anche da dire che il Massachussets e' uno stato che alcuni ci hanno definito "socialista" percio' piu' vicino ai democratici. Fatalita' poi l'altra sera in un locale abbiamo parlato con una donna che si e' dichiarata vicina ai democratici. Ci ha detto anche che avrebbe votato per Hillary alle primarie.
Tra tutto questo oggi e' stato l'11 settembre. A scuola mi aspettavo se ne parlasse di piu', invece l'insegnante di "composizione" si e' limitato ad assegnare un compito dove invitava gli studenti a riflettere sulle vittime del terrorismo. Sui giornali e sulla tv effettivamente se ne parla, ma la sensazione e' che se ne parli sotto voce, quasi un timore a far riaffiorare il dolore o una voglia di dimenticare. Fra qualche settimana andremo a New York. Visiteremo anche il Ground Zero, il posto dove erano collocate le torri gemelle.

Nella foto una casa con bandiera nella via principale di Plymouth.

Sunday, September 9, 2007

Back to school


"Back to school" e' un'espressione che stiamo leggendo moltissimo in questo periodo in giro. Significa "Ritorno a scuola"; infatti il 5 settembre gli studenti americani sono ritornati a scuola dopo le vacanze estive. Penso in realta' che tra uno stato e l'altro ci siano delle differenze (e' una delle scoperte piu' interessanti che stiamo facendo il fatto che tra uno stato e l'altro ci sono delle evidenti differenze nella gestione politica ed economica, da fuori sembrano molto piu' compatti). Qui nel New England (la zona che raggruppa i 6 stati a Nord Est degli USA. Gli stati sono: Connecticut, Main, Massachusetts > dove siamo noi, New Hampshire, Rhode Island, Vermont) ci sono le vacanze estive dalla scuola che cominciano a giugno e finiscono con i primi di settembre. C'e' poi una settimana a dicembre (tra Natale e il primo dell'anno) e una a febbraio (la chiamano settimana delle vacanze di inverno).
Quindi anche per noi il 5 settembre ha avuto inizio il nostro incarico di assistent teacher (cioe' tradotto in italiano insegnanti di sostegno). Nella mia classe ci sono 15 studenti di 18/19 anni che stanno affrontando l'ultimo anno della scuola superiore ("12 grade", cioe' le classi obbligatorie, tra elementari e scuola superiore, non hanno le medie, sono 12). In particolare poi gli studenti della mia classe sono intenzionati ad andare al college, cioe' all'universita', quindi le materie che affrontano hanno piu' un taglio accademico e teorico, rispetto ad un'altra classe dell'ultimo anno nella stessa scuola dove il taglio e' piu' pratico. Nella mia classe sono sempre presenti due insegnanti, uno per le materie scientifiche, uno per quelle umanistiche ed io. Ho il compito di sostenere gli studenti e di permettere agli insegnanti di seguire di piu' i singoli alunni. In realta' poi il mio ruolo andra' a definirsi nel tempo, perche' e' la prima volta che per l'ultimo anno della scuola e' stato previsto un assistent teacher. Cristiano invece e' assistent teacher nella classe "11 grade", una classe prima della mia. Lui segue la sua classe negli spostamenti tra un insegnante e l'altra; infatti la sua classe si sposta per andare dall'insegnante delle materie scientifiche, per andare da quello delle materie umanistiche, da quello di spagnolo, da quello di educazione fisica e da quello di arte, per me lo spostamento e' solo per andare da questi ultimi tre (spagnolo, educazione fisica ed arte), per il resto del tempo, ed e' la maggior parte del tempo, gli studenti stanno in classe e io con loro e gli altri due insegnanti. Devo quindi conoscere bene gli studenti, aiutarli nelle loro difficolta', riuscendo nello stesso tempo a ritagliarmi un mio ruolo e spazio. Con gli insegnanti, Jhon e Dan, abbiamo parlato che magari in futuro potro' anche insegnare qualcosa, tipo latino. E' una materia che non hanno previsto nella scuola dove sono io, ma che richiedono spesso al college, quindi qualche rudimento potrebbe essere utile.
Vi terro' aggiornati.

Nella foto un deposito per gli scuola bus.

Shopping, shopping, shopping...


Una delle piu' appassionanti occapazioni americane e' lo shopping e noi italiani non riusciamo a resistere alla tentazione, come dice il buon Servegnini (cfr. "Un italiano in America", Servegnini, Mondadori)! Succede spesso infatti che ci lanciamo alla ricerca e alla scoperta di centri commerciali, che qui chiamano "shopping mall". Alcune considerazioni generali sugli shops americani, almeno nella zona dove abitiamo noi:
  1. ci sono negozi di ogni genere ovunque lungo le strade e nei paesi;
  2. ci sono delle zone, spesso lontane dai centri abitati, dedicate all'acquisto;
  3. spesso (8 su 10) i supermercati come li intendiamo noi, cioe' quelli che vendono solo o prevalentemente cibo, non sono inseriti nei centri commerciali, ma si trovano in posti diversi. Per capirsi, non succede di andare a fare la spesa di cibo e approfittare per fare un giretto in qualche negozio di altro genere, se l'intenzione e' quella si deve prendere la macchina e spostarsi di almeno un 10 di kilometri;
  4. i centri commerciali qui sono grandi, ma non grandi, grandi, GRANDISSIMI! E puntualmente quando abbiamo visto un centro commerciale che a noi sembra grande, incontriamo qualche americano che ci dice che ce n'e[ uno ancora piu' grande.
  5. i centri commerciali americani si dividono in: gallerie (tipo Corti Venete e in zone commerciali, tipo Grand'Affi, dove si deve entrare ed uscire dai vari negozi uscendo all'aperto;
Ieri siamo andati in una zona commerciale, non una galleria. La zona copre un'area molto, molto grande. Ho provato a misurarla con Google Earth confontandola con la zona del Galassia a San Giovanni Lupatoto. Come dimensioni, compresi i parcheggi, e' almeno 3 o 4 volte in piu'. Immaginate un grande piazzale con attorno tutti negozi, tutti della dimensione della MediaWorld, per capirci. Ogni negozio e' super specializzato. Ad esempio c'e' un negozio dove ogni donna, almeno italiana, perderebbe la testa: tutti accessori per la casa, dalle pentole, alle stoviglie, a contenotori, a piccoli elettrodomestici (tipo tostapane, macchine per il caffe', ...), a tende, tovaglie, accessori per il bagno, copriletti, ecc. ecc., e tutti di buon gusto, con un designer moderno. C'e' poi un altro negozio dedicato allo sport, sia abbigliamento che accessori ed attrezzature annesse. Gli sport piu' presi in considerazione sono: golf, baseball, football americano, fitness e caccia. Sono effetivamente gli sport piu' praticati in questa zona degli States. Ah, nella sezione caccia c'era un'esposizione anche di fucili, secondo Cristiano non tutti erano da caccia, alcuni infatti avevano la canna corta.

Ah, finora io e Cristiano ci stiamo trattenendo nel comprare, l'unico settore in cui non ci tratteniamo e' il cibo, non significa che mangiamo piu' del solito, ma ci sbizzariamo nel provare vari cibi. Un supermercato per il cibo qui e' un paese dei balocchi, ci sono tantissime cose, tutte colorate e accattivanti, Vien proprio voglia di provare, sperimentare.

Nella foto sono nel negozio per la casa con in mano una teiera.

Monday, September 3, 2007

Labor day e barbecue


Oggi e' il Labor Day, una sorta di primo maggio italiano. Io e Cri comunque abbiamo dovuto lavorare oggi, fino alle 3 e un quarto. La scuola comincera' mercoledi', ma i ragazzi stanno arrivando al campus e quindi c'e' da stare con loro nelle case dove vivono. Ma in qualche altro post vi parlero' meglio del nostro lavoro. Arrivati a casa una bella sorpresa ci ha accolti: siamo stati invitati al barbecue di Duein. Duein ci ha venduto la macchina, e' uno dei tanti venditori di macchine, ma molto gentile e generoso. Siamo andati verso le 5, avevano cominciato il barbecue da qualche ora! La festa si e' svolta nella casa dei genitori di Duein, in vacanza in Florida. Duein avra' 40 anni circa, con moglie e figli, quindi anche gli invitati al party erano pressapoco quell'eta' e con moglie/marito e figli. C'era anche suo fratello gemello, suo fratello piu' giovane. Insomma siamo stati catapultati in una famiglia americana alle prese con un'abitudine altrettanto americana, il barbecue.
Al barbecue, come da noi tra l'altro, stanno rigorosamente gli uomini, si cucina hamburger, wuster e corn, ovvero pannocchie.

Nella foto Duin (a sinistra) e un amico mentre cucinano al barbecue.

Saturday, September 1, 2007

Baseball e americanita'!


Due giorni fa siamo stati a vedere una partita di baseball, i PawSox contro i Bisons. I PawSox sono una categoria simile alla Serie B del calcio. Sono molto conosciuti nella zona, anche perche' portano una parte del nome dei veri miti del baseball per Boston e dintorni: i REDSOX. I RedSox (traduzione letterale: calzino rosso) sono la squadra ufficiale di baseball di Boston, per la quale molti nella zona dove risediamo tifa.
La partita che siamo andati a vedere era di giovedi' ed era una delle ultime partite della stagione (la stagione del baseball e' estiva). Cominciava alle 19, e' finita poco dopo le 22: ben 3 ore di partita!
C'era molta gente, ma lo stadio non era pieno. Molte famiglie con bambini. Tutti quanti, famiglie, bambini, adulti, giovani, intenti a gustarsi qualche azione della partita, ma soprattutto intenti a mangiare. Mangiare ogni sorta di prelibatezze: patatine fritte, hamburger, hot dog, focacce, gelati, ecc. Il baseball e' uno sport molto lento nel suo procedere, anche se e' fatto di azioni veloci (lancio della palla, presa della palla, corsa verso la base, ...), quindi guardare la partita e' come trovarsi in piazza o in qualche locale con amici a chiacchierare.
Ma oltre al cibo, le famiglie, la lentezza, quello che vorrei rimarcare della partita sono stati due momenti: uno, il canto dell'inno nazionale ad inizio partita, due, il canto verso la meta' in memoria dei soldati caduti nelle varie guerre che ha vista impegnata l'America. Passi l'inno ad inizio partita, cantato da un coro di una decina di uomini in mezzo al campo, anche se si trattava di una partita di serie B e di una squadra locale, ma il canto in memoria dei caduti... Ad un certo punto la gente si alza in piedi, non capiamo cosa succede, e tutti cominciano a cantare una canzone con un'aria famosa, ma di cui non so il nome (mi informero'), sullo schermo gigante passano le foto di militari con nome, cognome e anno e posto della missione.
Capiamo che si tratta dei soldati morti... Concluso il canto, tutto lo stadio scroscia in un applauso.
I nostri visi sconcertati facevano ben capire che non eravamo americani.

Nella foto la partita allo stadio McCoy di Providence (RI). I bianchi sono i PawSox.