Tuesday, March 4, 2008

Washington DC e l'olocausto.


Due settimane fa, durante uno dei periodi di vacanza da scuola (nel Massachusetts le scuole fanno delle vacanze intelligenti durante l'anno: 1 settimana a Natale, 1 a febbraio e 1 ad aprile), abbiamo deciso di visitare Washington DC, la capitale degli USA.

Alcune curiosità:
  • Washington si chiama così dal primo presidente degli Stati Uniti naturalmente, George Washington, presidente dal 1789 al 1797;
  • negli USA c'è uno stato che si chiama Washington, che non ha niente a che fare geograficamente con la capitale Washington DC perché si trova sulla costa opposta a nord e confina con il Canada;
  • Washington DC è una città che è stata fondata dal nulla per essere capitale, non fa parte di nessuno degli stati degli USA, è territorio a sé;
  • D.C. sta per District of Columbia, Columbia viene da Colombo, Cristoforo Colombo. Columbia infatti è considerato il primo nome e un po' poetico degli Stati Uniti d'America.
Si tratta di una città anomala per essere una città americana, degna però di una capitale. Gli edifici sono maestosi, sembrano tutti ricordare dei templi greci (i soliti "copioni" di americani!), non ci sono grattacieli e le strade sono pulitissime e pure gli edifici sono bianchissimi, anche la China Town, che di solito è un pullulare di gente che compra a tutti gli angoli della strada, a Washington DC è pulita, ordinata. Spesso in città grandi, come New York, si trovano accostamenti (che adoro) tra il vecchio e il nuovo: non succede a Washington DC.

E c'è la White House (la Casa Bianca), che è piccola rispetto a come me la immaginavo, c'è il Campidoglio, c'è il Lincoln Memorial, veramente suggestivo, con la vasca davanti con alle spalle l'obelisco e ci sono musei, musei, musei, musei di ogni sorta a genere e tutti... GRATIS! La soddisfazione di entrare in un museo d'arte moderna e scegliere di vedere solo due stanze sui due piani di museo è una sensazione che ho provato solo qui a Washington DC.

Solo l'ultimo giorno ho deciso di visitare il museo dell'olocausto: l'United States Holocaust Memorial Museum.
Il museo è stato realizzato in una ex fabbrica, o almeno sembra tale. Un percorso tra stanze, corridoi, piani, immagini, suoni, voci, oggetti, documenti porta il visitatore a conoscere passo, passo cosa è stato l'olocausto in Europa tra il 1933 e il 1945. Nel museo viene dato spazio agli ebrei soprattutto, ma anche al popolo rom, agli omosessuali, ai disabili, ai comunisti e socialisti, ai testimoni di geova. Tutte vittime dell'olocausto. Si parla anche come gli Stati Uniti d'America hanno e non hanno risposto all'emergenza. Sapevate che una nave, la Saint Louis, nel 1939 salpò da Amburgo verso gli Sates, con a bordo 937 ebrei, che avevano pagato biglietto, visto turistico e transito da Cuba per andare negli Stati Uniti? Una volta all'Havana sono stati rifiutati dal governo cubano, d'accordo con quello americano e sembra anche con quello nazista (la "vicinanza" del governo cubano e in parte americano con quello nazista sembra una propaganda di Hitler per giustificare la "bontà" delle sue intenzioni di sterminio del popolo ebreo). Si fanno avanti la Gran Bretagna, il Belgio, la Francia e l'Olanda: sono disponibili a dare ospitalità ai rifugiati. Uno volta arrivati di nuovo in Europa la Saint Louis fa sbarcare alcuni ebrei in Gran Bretagna, il resto in Francia, Belgio e Olanda. Paesi, gli ultimi tre, invasi in un secondo tempo dalla Germania. Il destino quindi di molti passeggeri della Saint Louis fu di nuovo cadere nelle mani del nazismo.
Terminata la visita al museo ho fatto due cose:
  • mi sono comprata un libro. Night di Elie Wiesel;
  • ho pensato che voglio avere dei figli per raccontare quello che ho visto.
Una sezione del museo è dedicata ad altri genocidi che stanno accadendo nel mondo. Si parla in particolare di quello del Darfur. Vi invito ad andare a visitare questa pagina.

Nella foto: la Corte Suprema degli Stati Uniti d'America a Washington DC.

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